“Ho rifiutato il ritorno in rossonero”

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L’ex rossonero svela il motivo perché non è più ritornato al Milan. Non è raro che un calciatore dopo aver smesso di giocare intraprenda la carriera da tecnico e si ritrovi ad allenare una ex squadra. Abbiamo visto più di un caso al Milan.

Basti pensare a casi famosi come Nils Liedholm, Cesare Maldini, Giovanni Trapattoni, Fabio Capello, Carlo Ancelotti, Leonardo, Clarence Seedorf, Filippo Inzaghi, Cristian Brocchi e Gennaro Gattuso. C’è chi ha avuto fortuna e ha anche vinto dei trofei, altri hanno avuto una sorte meno positiva sulla panchina rossonera.

Donadoni ha rifiutato il Milan: la rivelazione

C’è anche qualche ex che ha detto no alla possibilità di guidare la squadra rossonera. Molti ricorderanno che Silvio Berlusconi a un certo punto voleva Marco van Basten: era l’estate 2010 quando poi arrivò Massimiliano Allegri.

Un altro che ha rifiutato è Roberto Donadoni, che ha raccontato il retroscena nell’intervista. “Nel 2019 dopo l’esonero di Giampaolo. Mi chiamò Boban, ma ero allo Shenzhen e non me la sentii di lasciare in corsa. Sono una persona di parola“.

Donadoni poteva sostituire Marco Giampaolo nell’ottobre 2019, però preferì rispettare l’impegno in Cina e il suo no ha spalancato la porta a Stefano Pioli. Successivamente ha raccontato altri aneddoti che confermano la sua correttezza:

“Nel 1996 ero in scadenza con il Milan, mi proponevano un anno e io ne volevo due. Mi accordai con i New York Metrostars. Feci un buon Europeo e Galliani mi chiamò per offrirmi due anni, andai negli USA.

Nel 2017 Tavecchio mi chiamò per il dopo Ventura. Ero in ufficio con Fenucci e Bigon, lo misi in vivavoce: ‘Presidente, la ringrazio ma ho un impegno col Bologna e voglio onorarlo’”.

Donadoni è un grande uomo e lo ha dimostrato sia sul campo che fuori. Nel corso dell’intervista ha anche ricordato il suo trasferimento in rossonero nel 1986: “Bortolotti, presidente dell’Atalanta, aveva deciso di vendermi alla Juventus ma io, supportato dal ds Previtali, spinsi per il Milan. Tifavo per loro“.

Parlando del Milan di oggi, gli viene chiesto se Christian Pulisic gli assomigli: “È determinante, gioca ovunque, eccelle nell’uno contro uno, ti punta e ti salta. E segna dei gran gol, come a Bologna. Un po’ alla Donadoni, sì“.