Vecchia gloria del Milan, ha parlato della situazione rossonera .

0
346

Serginho ha giocato per nove stagioni nel Milan, dal 1999 al 2008, e ha guadagnato tutto solo dal suo lavoro incessante.281 presenze e 24 gol per lui in rossonero. La sua forza era la duttilità, oltre ovviamente alla qualità e alla velocità. Oggi è un procuratore, lavora per la World Soccer Agency di Alessandro Lucci, che era stato il suo di procuratore. Ovviamente si occupa dell’area sudamericana, che aveva iniziato a esplorare quando collaborava proprio con il Milan sul mercato. Ai rossoneri è rimasto legato e, ha parlato della situazione attuale, dando anche un suggerimento: “Ho un nome perfetto per il Milan, uno che potrebbe risolvere il problema del numero 10. Io, ma con vent’anni di meno…”

Për sa i përket kandidaturës, edhe nëse ai ishte anësor: “Bëra shaka, është se më pëlqejnë lojtarët atipikë, të aftë për të bërë shumë gjëra. Dhe në atë rol Milani duhet të forcohet”.

Se userebbe lì la maggior parte dei soldi: “Sì, se dovessi dire cosa mancava alla rosa della scorsa stagione, mi concentrerei sul trequartista centrale e su un centravanti più mobile di Giroud, che però in area è bravissimo”.

Alcuni nomi: “Come punta è stato preso Origi, prima di giudicare andrà visto in azione. Torno al “10”, allora, e dico Ziyech: preferisce giocare più largo, ma è versatile e ha colpi di genio”.

Qualche brasiliano: “Non finché non avranno recuperato lo spirito e la fantasia tipici del mio Paese. I brasiliani si sono troppo europeizzati. In passato si imponevano nel Milan perché non si snaturavano”.

Cosa aggiunge uno come Ziyech: “Sfonderebbe le difese chiuse. Non è un caso che il Milan abbia sofferto più spesso in casa, contro avversari che non concedevano spazi”.

Su Rafael Leao: “Sarà ancora l’uomo chiave nella prossima stagione. È stato fondamentale per lo Scudetto vinto. E dal suo futuro si capiranno anche i piani della nuova proprietà del Milan secondo me”.

In che senso: “Un talento simile va trattenuto, solo così si fa crescere la mentalità vincente di una società. Se invece non rinnovasse e fosse ceduto, allora significherebbe che i soldi vengono prima”.

Sulla conferma di Maldini e Massara in società: “Sono stati gli artefici dello Scudetto, insieme a Pioli ovviamente. Aggiungerei pure Moncada, che ha lavorato bene”.

Se l’ha sorpreso la firma all’ultimo: “Un po’, ma ero sicuro che sarebbe finita così. Impossibile immaginare un Milan senza Paolo, oggi”.

Dove arriverà il Milan quest’anno: “Difficile dirlo ora, prima va concluso il mercato. Sono convinto, però, che salirà un altro gradino e completerà un ulteriore passo di crescita”.

Se può essere protagonista in Champions League pure: “L’obiettivo dev’essere superare la fase a gironi, migliorando quanto fatto l’anno scorso”.

Se è vietato sognare più in grande: “Sognare va sempre bene, ma siamo onesti, la differenza con le grandi europee c’è ancora. Sicuramente il Milan s’è rinforzato ma è un passo indietro rispetto a certe squadre”.

Le principali differenze: “Una su tutte: la profondità della rosa. Le squadre più forti sfruttano le sostituzioni senza perdere troppa qualità, alla lunga questo incide”.

Se si concentrerebbe sulla seconda Stella quest’anno: “Per il DNA del Milan si punta all’Europa, si sa. Riconfermarsi però Campioni d’Italia e tagliare quel traguardo prima dell’Inter sarebbe una gran cosa”.

Se il Milan è favorito: “Le altre si sono rinforzate molto, ma i titoli non si vincono sulla carta. Altrimenti la Champions League sarebbe finita quasi sempre a Parigi e invece…”

Sul Monza e gli acquisti scatenati: “Quando sfiderà il Milan avrò il cuore diviso, perché lì ci sono persone come Berlusconi e Galliani, che per me sono state importanti. Adriano l’ho sentito proprio oggi, è gasatissimo. Credetemi: è ringiovanito di una trentina d’anni…”