Sconfitta e frustrazione: “Il Milan ha bisogno di un allenatore”.

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Il noto giornalista sottolinea che l’organigramma del Milan non può ritenersi completo. Non c’è pace in casa Milan. Stefano Pioli ieri ha perso un altro giocatore, che si candidava a scendere in campo dal primo minuto contro la Fiorentina.

Noah Okafor si è infortunato, per una lesione al bicipite femorale, giocando la terza partita in sei giorni con la sua Svizzera. Una partita inutile, contro la Romania, visto che la qualificazione era stata ottenuta.

Il Milan non può certo essere contento di quanto successo. Anzi. Il Diavolo ha mostrato il proprio disappunto per un infortunio che sarebbe potuto essere evitato.

La dirigenza rossonera si è lamentata, ma a poco servirà. Il danno ormai è fatto: “Dopo la comunicazione da parte della nazionale svizzera dell’infortunio di Noah Okafor, Furlani ha fatto partire una protesta che servirà a poco. E l’eventuale indennizzo Fifa non ripaga dal danno subito”.

Parla così, sulle pagine de Il Giornale, Franco Ordine. Il noto giornalista, proseguendo, conferma poi quanto già aveva scritto in precedenza. Al Milan manca un dirigente: “L’episodio conferma il buco nell’organigramma del Milan: la mancanza di un dirigente.

Leggendo il calendario della Svizzera qualcuno avrebbe potuto sensibilizzare il CT sull’esigenza di salvaguardare la salute di Okafor. Lo avrebbe potuto fare Stefano Pioli. Ma anche il giocatore avrebbe dovuto segnalare al CT il rischio della terza partita in 6 giorni”.

Ordine lo aveva fatto notare quando il Diavolo a Lecce si presentò senza Giorgio Furlani e Geoffrey Moncada. Entrambi impossibilitati a recarsi in Salento per lavoro. E’ evidente che serva un uomo da campo, oltre ad un dirigente che sia sensibile e percepisca quanto possa accadere attorno al Milan.

Zlatan Ibrahimovic, dunque, potrebbe colmare (Stefano Pioli non sembra in grado di farlo) solo in parte queste lacune dirigenziali che stanno pesando non poco nella stagione del Milan.

Ribadiamo, che per il ritorno dello svedese in rossonero è davvero solo questione di tempo. Ibra sarà un collaboratore di Gerry Cardinale, ma inevitabilmente lavorerà a stretto contatto con la squadra, anche se non sarà sempre a Milanello.

Il conto alla rovescia è ormai partito, chissà che la settimana che porterà al match contro il Borussia Dortmund, che vedrà il ritorno del numero uno di RedBird a Milano, non sia quella giusta per l’annuncio.