Milan, la top 11 dell’era Silvio Berlusconi

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È difficile indicare una formazione top 11 senza lasciare fuori qualche campione che ha fatto grandi cose con la maglia rossonera. Ma ci proviamo comunque.

NELSON DIDA – Non uno dei più forti di tutti i tempi, però il brasiliano è il portiere delle due Champions League vinte con Carlo Ancelotti in panchina. Nei suoi anni migliori ha raggiunto picchi di prestazione molto elevati. I tifosi lo ricordano soprattutto per i rigori parati nella finale di Champions disputata a Manchester nel 2003 contro la Juve.

MARCOS CAFU – Difficile scegliere tra lui e Mauro Tassotti, però abbiamo premiato il brasiliano. Arrivato a parametro zero nell’estate 2003, si è rivelato un ottimo rinforzo nonostante l’età avanzata. Aveva ormai firmato per i giapponesi dello Yokohama Marinos, la chiamata del Milan lo spinse a restare in Italia dopo i tanti anni alla Roma. Indubbiamente uno dei migliori terzini destri della storia.

FRANCO BARESI – Uno dei centrali più forti di sempre, un capitano amatissimo dai compagni e una leggenda per il popolo milanista. Per due volte era andato in Serie B con il Milan e aveva rifiutato altre offerte, volendo restare sempre in maglia rossonera. Con l’arrivo di Berlusconi ha potuto alzare tanti trofei importanti.

ALESSANDRO NESTA – Il grande colpo dell’estate 2002, Berlusconi diede l’ok all’investimento da circa 31 milioni di euro. Galliani prese dalla Lazio uno dei migliori difensori di sempre.

PAOLO MALDINI – Cosa si può dire di Maldini? La sua storia parla per lui. Come Baresi, ha legato la sua carriera solo alla maglia rossonera. Una leggenda assoluta e tra i terzini sinistri più forti che si siano visti nella storia del calcio. Giocava con una classe immensa, era molto completo e negli ultimi anni di carriera ha potuto “riciclarsi” bene anche come difensore centrale. Capitano dalla stagione 1997/1998, dopo il ritiro di Baresi.

ANDREA PIRLO – Arrivato nell’estate 2001 dall’Inter, dove aveva deluso le aspettative, è diventato un perno della squadra di Ancelotti dal 2002. Dopo gli inizi da trequartista, è esploso come regista di centrocampo.

FRANK RIJKAARD – Uno dei giocatori simbolo del Milan di Sacchi. Arrivò dallo Sporting, dopo che Arrigo convinse Berlusconi a puntare su di lui e non sul suo “pupillo” Claudio Borghi (allora potevano giocare solo tre stranieri). Braida si nascose il contratto nelle mutande quando si recò a Lisbona nel 1987 per chiudere la trattativa. Il motivo? I tifosi portoghesi avevano cercato di entrare negli uffici del club per evitare il trasferimento. L’olandese è stato un centrocampista fortissimo, completo. Ha deciso la finale di Champions League del 1990 vinta 1-0 contro il Benfica a Vienna.

RUUD GULLIT – Berlusconi lo comprò dal PSV Eindhoven nel 1987 per circa 13,5 miliardi di lire, una cifra record. Un giocatore forte fisicamente e dotato anche di un’ottima tecnica, è stato Pallone d’Oro nel 1987 ed è arrivato secondo nel 1988. Sapeva essere devastante e spaccare le partite.

RICARDO KAKÀ – Arrivato in punta di piedi nell’estate 2003, si è ben presto preso il posto da titolare e ha dimostrato di essere un campione. Ha vinto il Pallone d’Oro 2007 dopo aver trascinato il Milan a vincere la settima Champions League. La sua cessione nell’estate 2009 è stata tra le più dolorose della storia rossonera.

ANDRIY SHEVCHENKO – Il grande colpo del Milan nell’anno del Centenario, 1999. Fresco di Scudetto, il gruppo allenato da Alberto Zaccheroni venne arricchito da colui che poi sarà capace di diventare il secondo migliore marcatore di sempre del club. I tifosi ricordano bene il rigore decisivo che segnò nella finale di Champions contro la Juve a Manchester nel 2003. Come nel caso di Kakà, anche la cessione di Sheva provocò grande dolore al popolo milanista.

MARCO VAN BASTEN – Un attaccante fenomenale, ma purtroppo frenato dagli infortuni. La sua carriera si è di fatto conclusa quando aveva 28 anni, anche se l’annuncio arrivò quando ne aveva compiuti 30 e aveva dovuto arrendersi. Berlusconi spese solo 1,7 miliardi di lire per uno dei centravanti più forti che si siano visti. Sapeva segnare in qualsiasi modo. Nonostante i problemi fisici che lo hanno limitato, ha vinto tre Palloni d’Oro e diversi altri trofei. Quando diede l’addio al calcio, c’era San Siro in lacrime.

(4-2-2-2): Dida; Cafu, Baresi, Nesta, Maldini; Rijkaard, Pirlo; Gullit, Kakà; Shevchenko, Van Basten.

Ovviamente, ci sono dei campioni rimasti fuori da questa formazione, ma è impossibile inserirli tutti. Durante l’era Berlusconi sono stati molti i giocatori che hanno lasciato ricordi indelebili ai tifosi e che meriterebbero di essere in ogni top 11.