Editoriale: Il nodo Ibra e il rinnovo di Maldini. Non prendetevela con Mancini

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Il destino del Milan arriva al rush finale con in pugno la sua sorte. La scorsa settimana abbiamo parlato degli 1-0 che per i rossoneri non sono affatto speculativi, ma frutto di troppi errori in attacco. Per cui è assolutamente necessario che Leao torni ad alzare la sua asticella, Ibra e Rebic asciughino le polveri per le 8 partite che restano.

Sul discorso della filosofia di gioco, avendo il privilegio di un allenatore come Stefano Pioli che lo ha messo al centro del suo progetto, Allegri si è rifugiato dalle critiche accusando Guardiola di ricorrere filosoficamente ai lanci lunghi del portiere, e dunque sconfessando in apparenza l’allenatore considerato il più innovativo in circolazione.

Ed è così, infatti: Allegri ha torto. Una statistica pubblicata su Facebook, smentisce clamorosamente il tecnico juventino. La lunghezza media dei passaggi e dei rinvii del portiere del City è tra le più basse della Premier.

Nel Milan la variante Maignan ha cambiato un po’ le strategie generali, per esempio quella della costruzione bassa: il suo lancio lungo è diventato un’arma in più su cui contare ed ecco perché è fondamentale che Leao si ridesti.

Magari con lui anche Messias, a sua volta leggermente involuto in questa fase della stagione. Dispiace a tutti per la battaglia di Mihajlovic, soffriamo per il suo tormento. Sarà un Bologna dedicato a lui, bisognerà aggredirlo sportivamente senza fronzoli, perché ci sarà in ballo una questione affettiva tutt’altro che retorica nella partita dei rossoblù.

Il Milan sembra forgiato per le partite difficili: mi dà molta fiducia che da qui a fine maggio non ce ne sia neppure una, di gara facile. La lotta si fa dura, i duri lotteranno. Piccola parentesi per Ibra: l’eliminazione della sua Svezia dal Mondiale non sembra averne spento lo spirito da guerriero.

Vivo il suo prolungamento eventuale come un vantaggio e non come un problema, a condizione però che si pieghi all’età e gestisca il suo impiego a seconda della condizione fisica. A proposito di rinnovi: quando arriverà l’annuncio per Maldini e Massara?

Al di là della questione simpatia o antipatia per Mancini, per la Nazionale, per questo o per quell’azzurro, stare fuori dal Mondiale per la seconda volta di fila deve suonare come un’assordante denuncia di pochezza del calcio italiano. Non è una questione solo tecnica e non è solo colpa del CT.

I buoni giocatori ci sono e un Europeo non si vince solo per fortuna o addirittura per caso. La faccenda riguarda la gestione dei club, dei settori giovanili, del calendario, di un movimento in cui ormai l’unico obiettivo è fare denaro. Basterebbe ricordare lo scempio fatto con la gestione dei diritti televisivi ha abbattuto ascolti, seguito, passione.

Questi ultimi due vocaboli sono altrettanto significativi: io non vedo più giocare a pallone i ragazzi nei parchi, nei cortili, negli oratori. I giovani ormai hanno altri interessi e nessuno sta facendo assolutamente nulla per incentivare loro a praticare sport, dalla scuola, Stato e fino alle famiglie.