Doping, UFFICIALE: assolto dal Tas per ‘assunzione involontaria’

0
54

Il tribunale di Losanna si è pronunciato in favore del calciatore inizialmente fermato per positività al doping

Dopo l’enorme polverone sollevato nei giorni scorsi in merito alla positività al testosterone di Paul Pogba, ecco una buona notizia per la Serie A.

Il tribunale arbitrale internazionale dello sport, infatti, quest’oggi ha ufficialmente scagionato un calciatore del campionato italiano che nella passata stagione era stato fermato per doping.

Si tratta del centrale dell’Atalanta José Luis Palomino, squalificato nel luglio 2022 per positività al nandrolone durante un controllo antidoping.

Il difensore, nel novembre dello stesso anno, era stato immediatamente assolto dal Tribunale nazionale antidoping per ‘assunzione involontaria’, accogliendo la tesi del calciatore che sin dall’inizio aveva sostenuto di aver utilizzato una semplice pomata.

Una sentenza che ha consentito al club bergamasco di interrompere la sospensione nei suoi confronti e riaccoglierlo all’interno dell’organico di Gian Piero Gasperini.

Il difensore, entrato nella sua settima stagione con la maglia dell’Atalanta, quest’oggi ha vinto anche dinnanzi al Tas di Losanna.

La Nado Italia (agenzia antidoping italiana), una volta assolto il centrale, aveva infatti presentato immediato ricorso al tribunale arbitrale svizzero che nella giornata odierna si è pronunciato in favore di Palomino, respingendo dunque la richiesta dell’agenzia antidoping.

Palomino assolto, anche il Tas gli dà ragione

Per Palomino, dunque, si chiude ufficialmente un vero e proprio incubo che lo aveva accompagnato negli ultimi mesi dello scorso anno.

Rimane invece apertissimo il recente caso antidoping legato alla positività di Paul Pogba al testosterone. Il centrocampista francese, che nel frattempo è stato sospeso come da prassi dalla Juventus, ha richiesto puntualmente le controanalisi.

Gli esami, inizialmente fissati per la giornata di domani, sono invece slittati al prossimo 5 ottobre per indisponibilità del perito.

Qualora l’esito delle controanalisi dovesse confermare l’esito del primo test, il calciatore potrebbe andare incontro ad una squalifica davvero molto pesante che andrebbe dai due ai quattro anni.